Comacchio
Se si fa riferimento ai primi insediamenti, il toponimo potrebbe derivare dal greco kuma, onda, attestato nella voce altomedioevale cumaculum, piccola onda, ma un'altra interpretazione lo riconduce a commeatulus, raduno di navi oppure di dossi, dato che la leggenda vuole che il paese sia sorto su 13 isolotti.
Nel XX secolo le bonifiche di buona parte delle valli l'hanno unita alla terraferma, ma il suo centro storico conserva intatto l'aspetto originario ed è attraversato da una rete di canali che ancora la caratterizzano come città lagunare.
Comacchio confina con i comuni di Argenta, Portomaggiore, Ostellato, Lagosanto e Codigoro.
Le frazioni sono: i sette Lidi di Comacchio, Vaccolino, San Giuseppe e Volania.
Comacchio conserva intatta la caratteristica di città lagunare, con le acque che la percorrono in lungo e in largo e per un certo tratto la cingono come un tempo, quando si poteva raggiungere solo navigando.
La città ha da sempre intessuto la sua storia con le attività legate sia all’utilizzo degli estesi specchi vallivi che la circondavano che alle produttive saline. Le vicende storiche vedono la Città passare dai Chiesa agli Estensi (1325) e da questi di nuovo alla Santa Sede nel 1598.
La rinascita urbanistica della Città si deve agli interventi idrici e architettonici eseguiti nella seconda metà del ‘600 per volere della Camera Apostolica. Il ponte dei Trepponti, architettura simbolo della rinascita urbanistica secentesca: punto di unione fra il canale navigabile “Pallotta” e la città, da esso si distribuiscono le vie d’acqua interne per mezzo di una fitta rete di canali. Dal Trepponti, luogo privilegiato di osservazione, si scorgono in perfetta simmetria le case basse e variopinte della città che si riflettono sui canali, caratteristiche “vie d’acqua” attraversate da ponti in cotto.